Facciamo un po’ di chiarezza, approfondendo qualche concetto?
Spesso infatti si fa confusione tra psicologo e counselor, quindi ho pensato di scriverti questa pagina in cui do qualche indicazione.
Con molte differenze in base alla nazione in cui si opera, in Italia quella dello psicologo e psicologa è un’attività regolata da leggi, già dall’iter scolastico.
Solo chi ha una laurea prima triennale e poi magistrale, più un ulteriore iscrizione all’Albo del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (CNOP) può definirsi psicologo ed operare con questo titolo.
Il rapporto tra psicologo e paziente è regolato dalle norme italiane e dal Codice Deontologico dell’Albo, a tutela di entrambe le parti ma naturalmente soprattutto dell’assistito.
L’ambito in cui lo psicologo opera è quello della salute mentale, dei disturbi e disagi, della personalità o della relazione (e parecchio altro).
Le sue risorse sono quelle acquisite tramite gli studi, i tirocini e stage (spesso ospedali, case di riposo, hospice, studi associati di psicologi, ecc), oltre ovviamente alla sua esperienza che si farà lavorando in proprio o in strutture.
Va fatta una premessa, all’estero il termine counselor ha moltissimi significati, ad esempio negli Stati Uniti anche un avvocato è chiamato counselor.
Per molte nazioni, counselor vuol dire solo consulente, anche se ormai sempre più spesso si tende ad associare il termine alla consulenza nell’ambito della persona.
Vari enti internazionali, ad esempio l’European Board for Certified Counselors (EBCC) e l’European Association for Conselling, certificano professionisti in base ad un percorso bi o triennale di studi ed esami, all’attività di consulenza.
L’ambito in cui opera il counselor è sostanzialmente quello degli psicologi e psicoterapeuti (all’estero questa distinzione non è così forte come in Italia), con un allargamento anche ad aspetti olistici sia nella visione sia nell’approccio.
In Italia, invece, il counseling (o counselling, nell’inglese britannico) è secondo il CNOP parte dell’attività dello psicologo o psicoterapeuta e la norma italiana al momento (2025) non riconosce la professione autonoma di Counselor come titolo professionale e anzi fissa degli ambiti specificatamente riservati a psicologi e psichiatri.
Esiste anche un Registro Nazionale Psicologi esperti in Counseling.
Questa parte è comunque in divenire e nel futuro sicuramente potranno esservi delle evoluzioni in un senso o nell’altro.
Diversamente dai primi due, il mentore fornisce alle persone assistite principalmente la sua esperienza.
Con percorsi scolastici vari, la sua è una consulenza che può spaziare dall’ambito privato a quello professionale ed imprenditoriale (sempre nei confini indicati dalla norma in relazione a ciò che è competenza degli psicologi), con risorse che sono date principalmente da ciò che nei decenni ha vissuto.
A differenza dello psicologo, oltre che alla persona la sua è un’assistenza che può essere anche legata all’impresa, alla pianificazione economica, all’organizzazione del lavoro, alla gestione delle attività, alla comunicazione coi colleghi e con le altre parti, ecc.
Durante le mie consulenze, ad esempio, mi si fanno spesso domande che escono molto dall’ambito psicologico.
Viceversa, in alcune situazioni sono io a consigliare all’assistito di rivolgersi ad uno psicologo ed in qualche caso ad uno psichiatra. Questo avviene quando secondo me esistono i presupposti per cui il "lavoro" potrebbe ricadere nell’ambito di quanto previsto dal Codice Deontologico e dalle indicazioni del CNOP.
A questo punto ti starai chiedendo perché per me io abbia scelto la terza definizione e se vuoi approfondire, ho scritto una pagina su cosa significhi mentore.
In sostanza, se può aiutarti una visione psicologica ma con un estensione a temi che vanno oltre e magari includono aspetti non pertinenti alla psicologia, chiamami: